01. Introduzione |
Il 13 luglio 2023 la Banca d’Italia ha pubblicato il suo quaderno n. 97 (“Regole di settore, compliance e responsabilità da reato – l’applicazione del d.lgs. n. 231/2001 alle società bancarie”).
All’esito dell’analisi, la forte indicazione fornita da Banca d’Italia è l’adozione di una compliance integrata, ovvero un sistema che consenta alle società bancarie di rispettare:
– tanto le previsioni del D.Lgs. n. 231/2001 (il “Decreto 231”),
– quanto le disposizioni sui controlli dettate dal Codice Civile (“CC”),
– quanto il D.Lgs. 385/1993 – Testo Unico Bancario (“TUB”),
– quanto, infine, il D.lgs. n. 58/1998 – Testo Unico sulla Finanza (“TUF”).
02. Il rapporto tra D.lgs. n. 231/2001 e diritto bancario |
Secondo la Banca d’Italia il Decreto 231, infatti, si applica anche alle banche, ancorché la normativa generale (CC) e quella di settore (TUF e TUB) già dettino disposizioni specifiche sulla predisposizione di un capillare e articolato sistema di controlli.
Per evitare confusione e sovrapposizione di ruoli, tuttavia, è necessario adottare una visione di compliance integrata, sia dal punto di vista delle procedure, che degli organi competenti.
Pertanto, sarà necessario organizzare politiche, procedure, regolamenti e deleghe interne nell’ottica di evitare ripetizioni e disporre un’integrazione delle procedure esistenti solo se e dove necessario, rendendo il Modello di Organizzazione e Gestione ai sensi del Decreto 231 il luogo di una raccolta e sistemazione ragionata e organica dei presidi di conformità e dei compiti assolti dai vari organi e funzioni.
Al fine d’evitare una sovrabbondanza di organi competenti a vario titolo e una difficile gestione della struttura, i diversi compiti non dovranno invero necessariamente essere attribuiti a nuovi soggetti, potendosi e dovendosi attuare un’integrazione dei vari sistemi di compliance, sfruttando, dove possibile, gli organi e le funzioni già istituiti.
03. Considerazioni finali |
La Banca d’Italia evidenzia l’importanza, anche per il settore bancario, di organizzare il proprio sistema di controlli alla luce del Decreto 231. Senza appesantimenti però e cercando sempre l’efficienza.
Com’è noto, la giurisprudenza ha già avuto modo di segnalare che, per le imprese medio-grandi o quando il rischio-reato è particolarmente elevato (anche solo per gli impatti che può avere), l’adozione dei Modelli di Organizzazione e Gestione ai sensi del Decreto 231 può essere considerata alla stregua di un obbligo per l’organo di amministrazione. Questa visione, del resto, risulta enfatizzata dalle regole, vecchie e nuove, sulla necessità di dotare l’azienda di adeguati assetti organizzativi adeguati alla natura e alle dimensioni dell’impresa.
Dipartimento Compliance |
Il Dipartimento Compliance di Legance è caratterizzato da un’alta e ricercata multidisciplinarietà tra aspetti penalistici, regolamentari, societari e giuslavoristici. Il Dipartimento fornisce da sempre supporto ai propri clienti nella predisposizione dei Modelli di Organizzazione e Gestione, precedute da esercizi di risk mapping e assessment finalizzati a evitare sovrapposizioni e inefficienza e a integrare le previsioni del Decreto 231 nel più ampio ambito del diritto d’impresa.